La riforma delle Imprese Sociali
Nuovi Vantaggi per Imprenditori, Investitori e Cittadini
a cura di Alessio Silvestri
Tra gli Enti riconosciuti dall’Art. 46 comma 1 del Codice del Terzo Settore, assumono particolare rilevanza le imprese sociali, ovvero “enti privati(tra cui società di capitali), enti religiosi o cooperative sociali che svolgono principalmente attività di interesse generale volte al perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.”
E’ opportuno chiarire sin da subito cosa s’intende per “attività d’interesse generale”: si considera di interesse generale l’attività d’impresa nella quale sono occupati lavoratori molto svantaggiati, con disabilità, beneficiarie di protezione internazionale o senza fissa dimora, in misura pari almeno al 30% del numero complessivo di lavoratori. Una particolare condizione da cui si può evincere la grande funzione sociale di questi enti chiamati a favorire e promuovere l’integrazione nel mondo del lavoro di persone disagiate.
Disciplinate dal D.lgs n.112 del 3 Luglio 2017, le imprese sociali godono di notevoli vantaggi fiscali, in aggiunta a quelli già previsti per tutti gli enti del terzo settore, ma hanno un campo di azione limitato. Ecco le principali attività che è possibile porre in essere attraverso un’impresa sociale:
– Interventi e prestazioni sanitarie;
– Microcredito;
– Agricoltura sociale;
– Accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti;
– Servizi finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro;
– Promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato;
– Organizzazione e gestione di attività artistiche, ricreative, turistiche, culturali, religiose e sportive dilettantistiche;
– formazione extra-scolastica, universitaria e post-universitaria;
– ricerca scientifica di particolare interesse sociale;
– educazione, istruzione e formazione professionale;
– interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni dell’ambiente, all’utilizzazione delle risorse naturali, alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Tra gli sgravi previsti per le imprese sociali, occupa un ruolo di prim’ordine il nuovo regime fiscale agevolato che consente la detassazione degli utili o avanzi di gestione prodotti, a patto che gli stessi vengano accantonati in un’apposita riserva indivisibile e successivamente destinati all’attività statutaria o ad incremento del patrimonio societario.
In altre parole, gli utili delle imprese sociali non costituiscono reddito imponibile, fermo restando il rispetto della condizione precedente.
E’ inoltre ammessa la possibilità di distribuire una parte degli utili ai soci, nei limiti previsti dall’art.3 comma 3 del D.lgs 112 del 3 Luglio 2017.
Ancora, secondo quanto disposto dall’art. 18 comma 3-4, per le persone fisiche che decidono di sostenere economicamente le imprese sociali è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda sul reddito pari al 30% della somma investita fino ad un massimo di 1.000.000 per ciascun periodo d’imposta.
Una simile agevolazione è prevista anche per le società che decidono di investire nelle imprese sociali e che di conseguenza beneficeranno di una detrazione dall’imposta lorda sul reddito pari al 30% della somma investita fino ad un investimento massimo di 1.800.000 per ciascun periodo d’imposta.
La riforma delle imprese sociali sembra seguire pedissequamente il percorso tracciato cinque anni fa dal Governo e volto a favorire la crescita delle start up.
Rispetto alle società a carattere innovativo, il valore aggiunto di questa particolare categoria di Enti del Terzo Settore è intrinseco nella sua funzione sociale: il settore dell’imprenditoria sociale può rappresentare un motore propulsore in grado di valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano, favorire la ricerca scientifica, diffondere la cultura in tutte le sue forme e migliorare i servizi legati all’ambiente circostante.
Ci troviamo dunque di fronte ad un vero e proprio sistema win-win in grado di generare grandi vantaggi per gli imprenditori sociali, per gli investitori (siano essi persone fisiche o società), per i cittadini e, soprattutto, per l’occupazione dei lavoratori svantaggiati, le cui condizioni critiche vengono troppo spesso sottovalutate.
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